Fia entra in Confindustria e inizia un percorso indentitario che riconosca gli Ncc come imprenditori

Con lo scopo di valorizzare il settore in un percorso sempre più strutturato, la Federazione Imprese Autonoleggio con conducente è entrata a far parte del gruppo Confindustria.
L'operazione è stata possibile grazie alla lungimiranza del Presidente Fia Daniele Ercoli, che da oltre un decennio è in campo per invertire la rotta di una categoria che ha bisogno di crescere ed è sempre più in difficoltà dal punto di vista operativo per anacronistiche e inadeguate normative, e all'intraprendenza della Consulta servizi automobilistici del Gruppo Imprese Artigiane di Parma che, grazie al suo caposezione e vicepresidente Fia Roberto Rota, tramite l'interessamento dell'Unione parmense degli industriali, ha favorito l'ingresso in Confindustria.
<Riteniamo che Confindustria sia la casa più giusta per le realtà che operano nel nostro settore, in quanto si ispira al principio della libera impresa. Nonostante infatti ad oggi siamo ancora disciplinati come trasporto pubblico, il nostro obiettivo è liberarci dai vincoli di questo inquadramento legislativo ed essere riconosciuti per quello che in realtà siamo: imprenditori>, si legge in un'intervista rilasciata da Rota alla Gazzetta di Parma.
Secondo il vicepresidente Fia infatti le aziende del noleggio con conducente subiscono solo gli oneri dell'appartenenza al trasporto pubblico. Vincoli operativi che si aggiungono alle ancor più restrittive misure contenute nella ormai ben nota legge 12/2019, tra cui, il rientro in rimessa ad ogni servizio, salvo poche eccezioni; aprire un numero di uffici in ogni Comune di cui si possiede l’autorizzazione anche se a pochi chilometri di distanza; impossibilità di ricevere prenotazioni su mobile (all’epoca di Industria 4.0!) ma solo nella rimessa; compilare un foglio di servizio ai limiti del rispetto del Diritto alla Privacy del passeggero. Solo per citare qualche esempio.
<Tutti paradossi e illegittimità che purtroppo sono stati confezionati o per scarsa conoscenza della nostra professione o, che è più probabile, con l'intento di eliminare una categoria scomoda ai nostri omologhi bianchi: i taxi. Che, oltre a beneficiare di tutti i vantaggi riservati agli operatori del trasporto pubblico (e sì, loro sì, come l'esenzione dall'obbligo dell'emissione della ricevuta fiscale, il rimborso delle accise sui carburanti e altro), stanno facendo una campagna denigratoria nei nostri confronti di una categoria, la nostra, che ha bisogno di differenziarsi, perché differenti sono i presupposti operativi>, dichiara ancora Rota da 6 anni alla guida della sezione servizi automobilistici del Gruppo Imprese Artigiane di Parma.
Si sottolinea: gli Ncc sono imprenditori. <Infatti non abbiamo utenti, ma clienti, che ci procacciamo attraverso contatti, investimenti in marketing e comunicazione, iniziative di rete e collaborazioni. I nostri passeggeri appartengono prevalentemente al mondo del business e del turismo>.
Ecco quindi che l'entrata in Confindustria <fa parte del processo di riscatto identitario di una categoria che vuole vedere riconosciuta la propria natura imprenditoriale. Un ingresso che vuole portare quindi finalmente ad una svolta nel futuro del settore>, conclude Rota.